DALLA LIBERAZIONE AL PERDONO

Incontro on-line delle scuole italiane

Italiani e stranieri lottarono contro il Fascismo, e durante la Seconda Guerra Mondiale, per la libertà, la dignità umana, la pace, il bene, la democrazia.

L’Associazione Onlus “Nessun uomo è un’isola”, che gestisce il Museo “Carceri Le Nuove” di Torino, propone un percorso formativo personalizzato per la Festa della Liberazione.

Il progetto nasce da “I miei condannati a morte” di Padre Ruggero, cappellano delle carceri torinesi.

Padre Ruggero riviveva questa sua relazione umana con questi giovani generosi fino a donare la vita per gli altri. La sua voce si trasformava in un grido di resistenza spirituale quando mostrava ai giovani il crocifisso con cui benedisse tutti i suoi condannati. Con tono solenne testimoniava che nessuno accettò la morfina per soffrire di meno. Tutti rifiutarono la benda davanti agli occhi per vedere solo il crocifisso fino all’ultimo respiro. Per ognuno di loro, la vera forza per accettare di morire ingiustamente era il crocifisso. Tutti credevano che la loro esistenza stroncata in giovane età si sarebbe trasformata in speranza e pace.

Inoltre, Padre Ruggero invitava a leggere le loro lettere. Le ultime parole sono:

 Cari genitori vi chiedo perdono per errori commessi; perdono i miei nemici; donate il mio giubbotto ai poveri; dei soldi risparmiati, fatene opere di bene