Padre RUGGERO - Il cappellano delle carceri torinesi e il terrorismo

Gli appunti fatti scrivere da padre Ruggero, “Diario e Cronache” della Casa Circondariale di Torino - Anno 1978 -79, riportano in data 11 Aprile 1978 (p.14):

 “Martedì – Ore 7,30, tre terroristi uccidono barbaramente

l’Agente di custodia Lorenzo Cutugno. Lo attendono alla uscita dell’ascensore e gli scaricano addosso le pistole;

l’Agente riesce a ferire gravemente un terrorista prima di morire”

 

in data19 Gennaio 1979 (p. 4):

 Venerdì , ore 7,30 – Viene assassinato l’Agente Giuseppe Lorusso.

 

Un mese prima, il 15 dicembre 1978 due guardie di Pubblica Sicurezza: Salvatore Lanza e Salvatore Porceddu vengono uccise dai terroristi nei pressi della torricella del carcere “Le Nuove” di Torino (via Pier Carlo Boggio angolo corso Vittorio Emanuele II).

 

La Stampa di Torino, in data 8 febbraio 1979 (p.1) scrive:

 Alle carceri “Nuove” di Torino, dopo gli attentati delle “Squadre armate proletarie” e di “Prima Linea” contro il dottor Grazio Romano e la vigilatrice Raffaella Napolitano, si sono dimessi tre medici di servizio, tre specialisti e altrettante sorveglianti ausiliarie. E’ il risultato della strategia della “disarticolazione” messa in atto dai gruppi eversivi nella città più colpita dal terrorismo …

La situazione rischia di deteriorarsi ancora: sono ormai più di 80 (su 200 dell’organico) le richieste di trasferimento da parte degli agenti di custodia, che minacciano dimissioni in massa di fronte al pericolo del terrorismo”.

 

Il comunicato di Vincenzo Guagliardo e Nadia Ponti al processo di Torino il 29-IX-1981 riporta considerazioni politiche del Potere Proletario Armato:

  • nei confronti della magistratura:

“ Se nella vostra utopia volta ad eliminare ogni forma, ogni espressione della lotta di classe state diventando schizofrenici fino ad aver paura

che le nostre parole appaiano sui giornali e nelle aule del tribunale, riteniamo che questi fatti siano solo l’indice della vostra debolezza…

  •  nei confronti del regime:

Il Potere Proletario Armato … è imposizione di rapporti di forza favorevoli al proletariato attraverso la disgregazione dell’apparato del capitale …

Il Potere Proletario esulta … insieme alle BR nella battaglia che si è potuta concludere nel magnifico rilascio del boia D’Urso …

  •  nei confronti dei pentiti:

Il cosiddetto fenomeno dei “pentiti” … piccole miserie opportunistiche … E’ un bene che disertino quelle frange che, cacciate dalla porta erano entrate dalla finestra nella lotta proletaria. Ed essi non hanno come classe dove disertare; solo qualcuno come individuo potrà tradire segnando la sua sorte …

  •  nei confronti della FIAT:

L’esempio della FIAT è lampante. Dopo la presunta sconfitta del partito armato a Torino, il capitale ha cercato di dare alla sua ristrutturazione produttiva i connotati dell’annientamento politico della forza operaia … ogni operaio che lottava si è ritrovato fuori della fabbrica o in cassa integrazione generale oggi, disoccupato domani magari in galera dopodomani … Nella provincia torinese, 1.800 procedimenti penali sono in mano alla Procura per fatti di sciopero per impedire che questa lotta … [trovi]   forma di organizzazione adeguata.

  • nei confronti del carcere:

Ora nel carcere, punto vitale dell’attacco operaio e proletario a questo regime, il governo ha scoperto la necessità di accentuare la differenziazione tra i comunisti e il partito proletario nel suo complesso, definiti detenuti “politici” e “comuni”..

Un punto fondamentale del Partito Proletario sulle carceri è stato raggiunto con la chiusura dell’Asinara …”

(Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”, Archivio, Sezione Terrorismo)

  Come si pone P. Ruggero in questo contesto carcerario angosciante?

Un uomo che dialoga con tutti: all’interno con il comitato dei detenuti, gli operatori penitenziari (in particolare il ragioniere Giuseppe Gambera), gli Agenti di custodia con il loro comandante e direttore, nonché con le Autorità amministrative e politiche provenienti da Roma.

Un uomo che semina consolazione alle vittime del terrorismo, pietà verso tutti i sofferenti, ragionevolezza nei terroristi, fiducia e speranza nei vari operatori penitenziari.

Un uomo con una forza interiore che nasce dalla fede in Dio, padre misericordioso e buono verso tutti in particolare verso gli ultimi e gli esclusi.

Un uomo che svolge un pubblico servizio come fratello minore a favore di tutti: condanna duramente il male e il terrorismo, ma continua ad amare il colpevole, anche il più irriducibile, con la speranza che il suo cuore un domani si converta al bene.

Il suo contributo alla lotta al terrorismo è pari a quello profuso durante il periodo della liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista del 1943-45.

Oggi, Padre Ruggero, con i “suoi condannati a morte” per la libertà e la pari dignità umana, è ricordato dai presenti e da altri che lo stanno ricordando con noi in questo momento. Noi scegliamo di poter seguire il suo esempio secondo le nostre condizioni di vita.

 

Torino, Cimitero monumentale - 3 dicembre 2018